Source. https://www.youtube.com/watch?v=SQANEiR44m0
Et aussi : https://www.youtube.com/watch?v=9DvoRPplArs
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Source. https://www.youtube.com/watch?v=SQANEiR44m0
Et aussi : https://www.youtube.com/watch?v=9DvoRPplArs
Merci de nous donner ce moment musical émouvant.
Ma
Pour notre ami Hervé Volto, j’ai retrouvé le Vexilla Regis de Dante aux enfers :
Canto XXXIV
Vexilla regis prodeunt inferni
verso di noi; però dinanzi mira»,
disse ‘l maestro mio, «se tu ‘l discerni ».
Come quando una grossa nebbia spira,
o quando l’emisperio nostro annotta,
par di lungi un molin che ‘l vento gira,
veder mi parve un tal dificio allotta;
poi per lo vento mi ristrinsi retro
al duca mio, ché non lì era altra grotta.
Già era, e con paura il metto in metro,
là dove l’ombre tutte eran coperte,
e trasparien come festuca in vetro.
Altre sono a giacere; altre stanno erte,
quella col capo e quella con le piante;
altra, com’ arco, il volto a’ piè rinverte.
Quando noi fummo fatti tanto avante,
ch’al mio maestro piacque di mostrarmi
la creatura ch’ebbe il bel sembiante,
d’innanzi mi si tolse e fé restarmi,
«Ecco Dite», dicendo, «ed ecco il loco
ove convien che di fortezza t’armi».
Com’ io divenni allor gelato e fioco,
nol dimandar, lettor, ch’i’ non lo scrivo,
però ch’ogne parlar sarebbe poco.
Io non mori’ e non rimasi vivo;
pensa oggimai per te, s’hai fior d’ingegno,
qual io divenni, d’uno e d’altro privo.
Lo ‘mperador del doloroso regno
da mezzo ‘l petto uscia fuor de la ghiaccia;
e più con un gigante io mi convegno,
che i giganti non fan con le sue braccia:
vedi oggimai quant’ esser dee quel tutto
ch’a così fatta parte si confaccia.
S’el fu sì bel com’ elli è ora brutto,
e contra ‘l suo fattore alzò le ciglia,
ben dee da lui procedere ogne lutto.
Oh quanto parve a me gran maraviglia
quand’ io vidi tre facce a la sua testa!
L’una dinanzi, e quella era vermiglia;
l’altr’ eran due, che s’aggiugnieno a questa
sovresso ‘l mezzo di ciascuna spalla,
e sé giugnieno al loco de la cresta:
e la destra parea tra bianca e gialla;
la sinistra a vedere era tal, quali
vegnon di là onde ‘l Nilo s’avvalla.
Sotto ciascuna uscivan due grand’ ali,
quanto si convenia a tanto uccello:
vele di mar non vid’ io mai cotali.
Non avean penne, ma di vispistrello
era lor modo; e quelle svolazzava,
sì che tre venti si movean da ello:
quindi Cocito tutto s’aggelava.
Con sei occhi piangëa, e per tre menti
gocciava ‘l pianto e sanguinosa bava.
Da ogne bocca dirompea co’ denti
un peccatore, a guisa di maciulla,
sì che tre ne facea così dolenti.
A quel dinanzi il mordere era nulla
verso ‘l graffiar, che talvolta la schiena
rimanea de la pelle tutta brulla.
«Quell’ anima là sù c’ha maggior pena»,
disse ‘l maestro, «è Giuda Scarïotto,
che ‘l capo ha dentro e fuor le gambe mena.
De li altri due c’hanno il capo di sotto,
quel che pende dal nero ceffo è Bruto:
vedi come si storce, e non fa motto!;
e l’altro è Cassio, che par sì membruto.
Ma la notte risurge, e oramai
è da partir, ché tutto avem veduto».
Com’ a lui piacque, il collo li avvinghiai;
ed el prese di tempo e loco poste,
e quando l’ali fuoro aperte assai,
appigliò sé a le vellute coste;
di vello in vello giù discese poscia
tra ‘l folto pelo e le gelate croste.
Quando noi fummo là dove la coscia
si volge, a punto in sul grosso de l’anche,
lo duca, con fatica e con angoscia,
volse la testa ov’ elli avea le zanche,
e aggrappossi al pel com’ om che sale,
sì che ‘n inferno i’ credea tornar anche.
«Attienti ben, ché per cotali scale»,
disse ‘l maestro, ansando com’ uom lasso,
«conviensi dipartir da tanto male».
Poi uscì fuor per lo fóro d’un sasso
e puose me in su l’orlo a sedere;
appresso porse a me l’accorto passo.
Io levai li occhi e credetti vedere
Lucifero com’ io l’avea lasciato,
e vidili le gambe in sù tenere;
e s’io divenni allora travagliato,
la gente grossa il pensi, che non vede
qual è quel punto ch’io avea passato.
«Lèvati sù», disse ‘l maestro, «in piede:
la via è lunga e ‘l cammino è malvagio,
e già il sole a mezza terza riede».
Non era camminata di palagio
là ‘v’ eravam, ma natural burella
ch’avea mal suolo e di lume disagio.
«Prima ch’io de l’abisso mi divella,
maestro mio», diss’ io quando fui dritto,
«a trarmi d’erro un poco mi favella:
ov’ è la ghiaccia? e questi com’ è fitto
sì sottosopra? e come, in sì poc’ ora,
da sera a mane ha fatto il sol tragitto?».
Ed elli a me: «Tu imagini ancora
d’esser di là dal centro, ov’ io mi presi
al pel del vermo reo che ‘l mondo fóra.
Di là fosti cotanto quant’ io scesi;
quand’ io mi volsi, tu passasti ‘l punto
al qual si traggon d’ogne parte i pesi.
E se’ or sotto l’emisperio giunto
ch’è contraposto a quel che la gran secca
coverchia, e sotto ‘l cui colmo consunto
fu l’uom che nacque e visse sanza pecca;
tu haï i piedi in su picciola spera
che l’altra faccia fa de la Giudecca.
Qui è da man, quando di là è sera;
e questi, che ne fé scala col pelo,
fitto è ancora sì come prim’ era.
Da questa parte cadde giù dal cielo;
e la terra, che pria di qua si sporse,
per paura di lui fé del mar velo,
e venne a l’emisperio nostro; e forse
per fuggir lui lasciò qui loco vòto
quella ch’appar di qua, e sù ricorse».
Luogo è là giù da Belzebù remoto
tanto quanto la tomba si distende,
che non per vista, ma per suono è noto
d’un ruscelletto che quivi discende
per la buca d’un sasso, ch’elli ha roso,
col corso ch’elli avvolge, e poco pende.
Lo duca e io per quel cammino ascoso
intrammo a ritornar nel chiaro mondo;
e sanza cura aver d’alcun riposo,
salimmo sù, el primo e io secondo,
tanto ch’i’ vidi de le cose belle
che porta ‘l ciel, per un pertugio tondo.
E quindi uscimmo a riveder le stelle.
La présentation et la lecture (>03:25) de Vittorio Gassman, à ne pas manquer :
https://youtu.be/C9ZowQkN-KE
Traductions du latin et de l’italien SVP? Pour information, nous en serions au chant 33 du purgatoire de Dante. Bientôt la fin de la galère…
Traduction visible grâce au lien ci-aprés: https://ladivinecomedie.com/la-divine-comedie/lenfer/chant-xxxiv
« Vexilla regis prodeunt inferni
verso di noi ; però dinanzi mira »,
disse ’l maestro mio, « se tu ’l discerni».•3
Come quando una grossa nebbia spira,
o quando l’emisperio nostro annotta,
par di lungi un molin che ’l vento gira,•6
veder mi parve un tal dificio allotta ;
poi per lo vento mi ristrinsi retro
al duca mio, ché non lì era altra grotta
TEXTE EN FRANçAIS.
« Vexilla regis prodeunt inferni
vers nous ; mais regarde devant toi »,
dit mon maître, « si tu l’aperçois».•3
Comme lorsqu’un épais brouillard se forme,
ou lorsque la nuit tombe dans notre hémisphère,
et qu’apparaît dans le lointain un moulin qui tourne au vent,•6
il me sembla alors distinguer un édifice semblable ;
puis à cause du vent je me réfugiai derrière
mon guide, car il n’était pas d’autre abri
Le génie de la Divine Comédie est aussi dans l’utilisation d’une langue italienne très sonore.
Traduit-on Corneille, Racine et Molière ?
La traduire diminue l’oeuvre de Dante, mais on peut faire la page en deux colonnes avec l’original italien sur lequel on suit la déclamation tragique de Vittorio Gassman, tout en jetant un oeil sur la colonne de droite en français.
L’italien est une belle langue.
je partage oh combien! cher ami, votre admiration pour l’Italien langue de notre soeur latine mais je manque et de temps et de connaissances informatiques pour mettre en oeuvre vos précieux conseils.
A écouter en se rappelant l’enjeu toujours d’actualité. « Dieu et le roi » pour les Vendéens, le bon Père qui veille au salut de ses enfants d’un côté, de l’autre la république au père dissimulé, monteur et corrupteur, Satan, qui donne des orientations toujours contraires à la loi et à l’ordre naturels, contre le salut.
Très poignant certes mais où était Dieu ?
C’est la sang des martyrs de la révolution dite française qui nous a peut-être valu le retour du roi de France.
On m’a fait faire au collège à Nice : première langue anglais obligatoire et seconde langue italien, espagnol ou allemand au choix. Ayant Maman d’origine italienne, j’ai choisi l’italien.
Le destin devait me faire rencontrer des Royalistes transalpins
dont le Dr Luigi Gaspari, auteur du Cahier de l’Amour, et une de ses assistantes, Antonella
Puis ce fut la délégation italienne à Fontevrault en 1999
Le Sacré-Coeur de la Vendée Militaire rejoint celui des Néo-Borbonicci/Néo-Bourboniens de Naples
http://associazione-legittimista-italica.blogspot.com/